Museo/Monumento

Palazzo Piacentini - Selvazzano

Descrizione

Il palazzo si raggiunge da Selvazzano Capoluogo dirigendosi verso il ponte sul Bacchiglione; una volta vi si accedeva percorrendo l’ormai cancellato “Viale della Rimembranza”, la cui intitolazione rinvia alla mitizzazione della Grande Guerra propugnata in epoca fascista; purtroppo, degli alberi piantati in ricordo dei caduti non rimane più alcun esemplare. Sulla destra è una fila di modeste case a schiera dove sono scomparse alcune minuscole botteghe e la vecchia falegnameria. Più avanti, sulla sinistra, un'altra fila di case progressivamente diverge dalla strada per lasciar posto al cancello d'ingresso dell'ampio giardino di casa Piacentini incastonata tra l'argine destro e la rampa di salita al ponte. L'origine di questo pregevole complesso architettonico va collegata alla presenza di mulini natanti la cui attività è attestata fin dall'VIII secolo d.C.; un tempo di proprietà degli Scrovegni, passati poi ai Carraresi, venduti all’asta nel 1406 e più tardi pervenuti ai Pisani “Dal Banco”, furono acquisiti all'inizio del secolo scorso dai Piacentini che ne conservarono il possesso fino al 1913, quando il Magistrato alle Acque li fece demolire. L’impianto del complesso, che acquistò l'attuale fisionomia intorno al 1870, è a forma di “L” e si articola su tre piani riproponendo la tipologia della dimora padronale veneziana con ampio salone passante e stanze laterali di dimensioni pressoché uguali tra loro. Il prospetto principale dà sul tratto terminale di Via Roma; sul lato opposto, a ridosso dell'argine destro, si innesta la lunga barchessa con portico ad archi ribassati e travature in legno. All'interno della casa si conserva un'iscrizione del 1761 con le tariffe dovute, per il transito sulla passerella che allora congiungeva le due sponde del Bacchiglione, che variano a seconda del numero delle ruote dei carri e della grandezza degli animali. La lapide ricorda la concessione fatta dal governo veneziano alla famiglia Pisani “Dal Banco” e proviene da Creola dove i Pisani erano padroni di un altro mulino galleggiante nel fiume Bacchiglione.

Indirizzo

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